Undici autolavaggi tra i comuni di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Campobello di Mazara sono stati sanzionati per gravi violazioni ambientali, e 10 tra questi sono stati sequestrati dalla Guardia Costiera di Mazara del Vallo, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Palermo.
Diciannove i controlli totali. Diverse sono state le irregolarità riscontrate; tra le più gravi, alcuni titolari degli impianti, in assenza della necessaria autorizzazione ambientale, avevano effettuato uno scarico diretto in fognatura dei reflui provenienti dagli autolavaggi, senza prevedere alcun trattamento volto a diminuire la carica nociva degli stessi, in spregio alle più basilari normative di settore.
In uno caso specifico, inoltre, è stato accertato come il refluo industriale nocivo venisse indirizzato, mediante dei tubi “volanti”, su un terreno adiacente, e come lo stesso fosse quindi penetrato sotto la superficie. Per tali motivi, i militari hanno proceduto a sequestrare d’iniziativa i 10 impianti, denunciando i titolari delle attività alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di scarico di refluo non autorizzato, finendo per apporre i sigilli alle strutture e chiudendo temporaneamente gli stessi impianti.
Oltre ad operare per fattispecie illecite penali, i militari hanno elevato anche specifiche sanzioni amministrative dopo aver accertato una non corretta gestione, da parte dei titolari, dei rifiuti prodotti all’interno degli impianti, stante la mancata esibizione, in sede di controllo, della documentazione comprovante l’avvenuto smaltimento dei rifiuti prodotti. In diversi autolavaggi, infatti, non era presente né il registro di carico e scarico rifiuti, documento sul quale vengono annotate, tra l’altro, le operazioni di conferimento dei fanghi di lavaggio accumulati nelle vasche di raccolta, né i formulari comprovanti l’avvenuto smaltimento. In altri termini, seppur le attività commerciali erano attive da diversi anni, i titolari non hanno saputo dimostrare documentalmente, secondo quanto richiesto dalla legge, come avessero smaltito i rifiuti prodotti dai loro impianti e dove gli stessi fossero stati indirizzati.
Sono stati aperti 9 processi verbali amministrativi per un importo previsto da 1.040 a 15.493 euro.
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