La Marina libica ha ribadito la propria posizione sull'incidente di giovedì scorso che ha coinvolto il peschereccio Aliseo e una motovedetta della Guarda costiera della Libia rimandando ad un comunicato in cui si sostiene fra l’altro che le imbarcazioni italiane cercarono di speronare quella dei guardiacoste. «La nostra posizione è rappresentata da un comunicato della Guardia costiera pubblicato domenica», ha detto oggi all’Ansa il portavoce della Marina libica, il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad. Nel testo si afferma che verso le 11 la Guardia costiera «ha ricevuto l’informazione che quattro pescherecci italiani provenienti dal sud Italia (...) si trovavano a 30 miglia a nord di al Khoms. Una motovedetta si è recata sul posto per ispezionare le barche e assicurarsi che non fossero coinvolte in operazioni di traffico» illecito. «Queste barche si sono allontanate dal pattugliatore, non hanno risposto alle richieste» di fermarsi «e hanno cercato di speronare la motovedetta, ben sapendo il pericolo che questo atto rappresentasse» per l’imbarcazione presa di mira. «Questi inseguimenti sono durati tre ore durante le quali la Marina ha sparato colpi di avvertimento in aria», si ribadisce nel testo, confermando la tesi sostenuta già giovedì dal portavoce libico ma in contrasto con la denuncia di Giuseppe Giacalone, comandante del peschereccio Aliseo, ferito alla testa dai frantumi di un vetro infranto da colpi di mitra. Il comunicato libico sostiene che il marinaio «è stato ferito per aver urtato contro un finestrino della barca» ma Giacalone ha fatto notare che i colpi hanno anche «bucato le lamiere».