Bengasi tace. I 18 marittimi, tra mazaresi ed extracomunitari che sono stati sequestrati martedì sera insieme ai pescherecci Antartide e Medinea e trasferiti nel porto libico, non rispondono più alle chiamate degli armatori e dei familiari.
Serpeggia preoccupazione e paura. Anche la Farnesina tace, almeno fino ad ieri. Si conferma soltanto una frase ormai ripetuta tante volte «stiamo lavorando». Ci si aggrappa all’ultima telefonata fatta da un marittimo nella serata di mercoledì. «Stiamo bene. Ci trattano bene, stiamo sbrigando alcuni documenti e aspettiamo di ricevere qualche notizia per tornare presto a casa».
L'articolo di Salvatore Giacalone nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia in edicola
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