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Mafia di Alcamo, confisca da due milioni agli imprenditori Coppola

Confisca da quasi 2 milioni di euro per la famiglia mafiosa di Alcamo dei Coppola. Questa mattina i carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione del mandato del Tribunale di Trapani a carico degli imprenditori alcamesi Nicolò e Leonardo Coppola, degli eredi del defunto Francesco e del loro prestanome Gaetano Manno, già indagati nell’ambito dell’operazione “Alqamah” per intestazione fittizia di beni.

I provvedimenti, richiesti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno colpito il patrimonio per un valore complessivo di 1,7 milioni di euro che comprendono: 2 società attive nel settore edile e di movimento terra (la Trasport Scavi srl e la l.c.s. s.r.l., ulteriore società edile costituita da Francesco Coppola e da Gaetano Manno, per aggiudicarsi, in regime d’urgenza, i lavori per la messa in sicurezza relativa alla discarica di Contrada Vallone Monaco di Alcamo; 2 villini;  1 partecipazione societaria e 11 conti bancari.

L'attività investigativa, avviata dall'Arma nel 2011 e  coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo è stato documentata l’ingerenza della famiglia Coppola nel tessuto economico-sociale di imprese intestate a prestanome, di fatto riconducibili ai condannati, con sentenze passate in giudicato, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.

La successiva indagine patrimoniale ha consentito di mettere in evidenza come Nicolò Coppola, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale dal 2007 al 2009, si sia avvalso dei familiari più stretti (il padre Francesco ed il fratello Leonardo) e di Gaetano Manno (già deferito per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione “Bagolino”, insieme con Antonino Bonura, reggente della “famiglia” di Alcamo) per intestare loro le quote della neo costituita Trasport scavi s.r.l..

Quest’ultima, era stata creata per eseguire opere di edilizia, sia privata, come il parco eolico di Alcamo e Partinico, realizzato grazie ai rapporti con l’imprenditore mafioso Angelo Salvatore, ma anche pubblica, come i lavori relativi alla sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo-Castellammare del Golfo.

Confermata inoltre una ragnatela di cessioni e passaggi di quote che consentivano in questo modo a Nicolò Coppola di continuare ad operare nel settore edile, ricavando profitti che altrimenti gli sarebbero stati preclusi dalle numerose limitazioni derivanti dall’applicazione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale già presenti a suo carico.

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