L'estate è ormai alle porte, ma i pontili-solarium in legno realizzati più di dieci anni fa dall'assessorato regionale Territorio e Ambiente sulle rive della riserva naturale orientata Isole dello Stagnone di Marsala sono piuttosto malridotti. Fiaccati dalle mareggiate invernali, con parecchi pilastri resi fradici dall'acqua salata, sono ormai vistosamente ondulati e in alcuni punti anche spaccati. Rischiano, perciò, di crollare in mare da un momento all'altro.
Anche quelli riparati lo scorso anno ad estate inoltrata (cinque su dieci, perché non c'erano fondi sufficienti per tutti) dal Libero Consorzio comunale di Trapani, ex Provincia, che è l'ente gestore della riserva naturale di fronte la costa nord marsalese.
La manutenzione (per una spesa di 7 mila euro) fu disposta dopo che l'11 aprile del 2019, l'allora comandante dell'ufficio circondariale marittimo di Marsala, il tenente di vascello Nicola Pontillo, aveva interdetto i pontili al passaggio e alla sosta perché pericolanti. Tra i cinque pontili riparati, anche quello del Principino, da sempre più affollato di bagnanti.
Ad aggiudicarsi l'appalto bandito dall'ex Provincia e ad eseguire i lavori è stata la ditta «Anastasi Costruzioni» di Marsala. Ma l'ordinanza del comandante Pontillo, emessa per evitare che qualcuno potesse farsi male, tra giugno e luglio fu sempre pressoché ignorata dai bagnanti, che affollarono ugualmente i pontili. Con rischio di ferirsi sprofondando su qualcuna delle tavole in legno ormai non più ben sostenute dai pali in legno indeboliti dall'azione del mare.
E all'inizio dello scorso dicembre, la Guardia Costiera, dallo scorso luglio comandata dal tenente di vascello Chiara Picardi, li ha nuovamente interdetti. Adesso, per sistemarli tutti e per renderli fruibili si stima che sia necessaria una cifra tra i 25 mila e i 30 mila euro. E il Libero Consorzio comunale di Trapani non disporrebbe di questa somma in questo capitolo di bilancio. Per questo, nei mesi scorsi ha pubblicato un avviso al fine di dare in gestione i pontili dello Stagnone, con manutenzione a carico di chi li avrebbe presi in gestione.
Ma alla fine, probabilmente, nessun privato se ne assumerà la cura.
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