
Ci sono professioni che equivalgono a delle vere e proprie missioni. Quella dell'infermiere, per chi ci crede fino in fondo, è una di queste. Lo sa bene Giulia Rotolo, una ragazza trapanese di 21 anni, studentessa al terzo anno del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche di Parma.
Quando è iniziata l'emergenza Coronavirus in Emilia Romagna, Giulia avrebbe potuto far rientro a casa e invece, non solo decide di restare lontana da familiari e amici, dalla sua città, Trapani. Ma accetta anche di prestare servizio in corsia come studentessa volontaria.
«Nonostante la paura che, personalmente potrei toccare con un dito, come fai a dir di no? - racconta Giulia al Giornale di Sicilia - Ho accettato e l'ho fatto a testa alta. La maggior parte dei miei coetanei non sanno nemmeno cosa significhi tutto ciò, loro sono scappati, sono tutti a casa con la propria famiglia e al sicuro. Io avevo deciso già di non scappare, e ad oggi mi ritrovo ad aver finito il turno come studentessa volontaria in pronto soccorso. Il primo giorno tremavo. Ma mi aiuterà a crescere, sarò una piccola grande donna».
La notizia completa nell'articolo di Francesco Tarantino sul Giornale di Sicilia.

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