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Chiuso il punto nascite di Pantelleria, 200 mamme scrivono al ministro

Una partoriente, da Pantelleria, dove il 4 marzo è stato chiuso il punto nascite, deve giungere a Palermo in aereo e proseguire con navetta sino a Trapani e quindi, con un mezzo da scegliere autonomamente, raggiungere la destinazione sanitaria; dopo i controlli di rito trasferirsi nel domicilio scelto (in affitto) ed attendere il parto. La donna si espone così ad un notevole rischio di contagio da coronavirus, malgrado tutti i decreti del Presidente della Regione per prevenirlo. È questo quello che scrivono 200 mamme di Pantelleria (alcune incinte, altre già o future mamme) al ministro della salute Roberto Speranza, all'assessore regionale Ruggero Razza, a Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria, al Prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi, al dottor Fabio Damiani, Direttore generale ASP Trapani, al dottor Luca Fazio, Direttore del Distretto Sanitario di Pantelleria. La lettera è stata inviata per conoscenza anche al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Marsala e al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Trapani.

“È nota - scrivono le mamme - la grave situazione di tensione sociale che si è creata tra la popolazione di Pantelleria a seguito dei gravi disagi e problematicità nate a causa della chiusura del punto nascita presso il locale ospedale B. Nagar”.

Per questo “vogliamo ribadire, ancora, quanti disagi si trovano ad affrontare le partorienti dell'isola e i loro familiari a causa del trasferimento in Sicilia per partorire. Il parto, come è noto, da fisiologico può facilmente divenire rischioso a seguito dei forti stress a cui conseguentemente e inevitabilmente vengono sottoposte le partorienti nel periodo terminale della gravidanza e sui conseguenti non indifferenti oneri economici e organizzativi non da tutte le famiglie agevolmente sostenibili”. “Tutto ciò - continua la lettera - è aggravato dalla sopraggiunta pandemia da coronavirus che causa ulteriori disagi, tensioni e problematicità nei trasporti e nei collegamenti. I decreti governativi e le ordinanze del Presidente regionale vengono in questo modo disattesi”.

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