Da un lato ci sono i 56 italiani rimpatriati da Wuhan, felici di aver superato un incubo. Dall'altro c'è chi come la giovane Dalila Adragna, di Alcamo, dottoressa in lingua cinese e inglese, ancora bloccata a Chengdu in un albergo pagato a sue spese.
Stava per lasciare la Cina quando in aeroporto è giunta la notizia che l'Italia aveva bloccato i voli. Al padre, Gino Adragna, è stato consigliato di far partire la figlia con scalo alternativo, come racconta Giuseppe Maniscalchi sul Giornale di Sicilia in edicola.
E se in quello scalo, ha chiesto, mia figlia viene posta in quarantena? A questa domanda l'interlocutore della Farnesina con cui è in contatto non ha saputo dare risposta, come risulta dalla registrazione della telefonata. «Mi hanno consigliato - dice Gino Adragna - di inviare una e-mail alla Farnesina per illustrare la situazione. Ma tutto mi sembra in alto mare».
«Siamo stati lasciati soli - afferma singhiozzante la mamma Antonella Lippo - mi rivolgo a tutte le Istituzioni: fate in modo che Dalila torni al più presto in Italia e quindi ad Alcamo. Non vediamo l'ora di riabbracciarla. Lei ci dice di stare bene».
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