Avrebbe effettuato «ripetute interrogazioni» alla banca dati 'SdiWeb' del ministero dell’Interno per chiedere informazioni su «soggetti sottoposti a indagine», tra cui Giacomo Tamburello, Nicolò Mistretta e Antonio Messina, arrestati stamani nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Palermo su un’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti che ha operato sotto l’egida di Cosa nostra siciliana e all’ombra del super latitante Matteo Messina Denaro. È stato rinviato a giudizio con l’accusa di accesso abusivo a sistema informatico Tommaso Saladino, ex ispettore della polizia di Stato che era in servizio presso il commissariato Comasina, a Milano. Lo ha deciso il gup di Milano Alessandra Cecchelli, accogliendo la richiesta del pm Giovanna Cavalleri. Come si legge nel capo di imputazione, Saladino è accusato di avere violato i «doveri inerenti la propria funzione», di avere posto "in essere una condotta volta al perseguimento di un interesse privato in luogo di quello pubblico». Nel settembre 2013, infatti, si sarebbe introdotto "abusivamente in un sistema informatico protetto» e avrebbe effettuato «ripetute interrogazioni» alla Banca Dati 'SdiWeb' del ministero dell’Interno su indagati, tra cui «Tamburello Giacomo, Mistretta Nicolò, De Nuzzo Massimo Francesco, Messina Antonio e Sorrentino Giovanni Maurizio», nell’ambito di un procedimento «conseguente al sequestro di 240 kg di hashish avvenuto in Paderno Dugnano (...) il 26 maggio 2013». Il processo per Saladino inizierà il prossimo 14 gennaio davanti alla decima sezione penale del Tribunale di Milano.