Grandi spazi e pareti di un colore bianco quasi abbagliante hanno accolto, ieri, quanti si sono recati per l'avvio dei processi dopo la pausa estiva nel nuovo Palazzo di Giustizia di Marsala, realizzato tra corso Gramsci e via del Fante, nell'area che fu dello stabilimento vinicolo Mirabella. I primi processi a transitare nella nuova struttura (ingresso principale, con scalinata, su via del Fante e ingresso carraio su corso Gramsci) sono stati quelli che si celebrano davanti ai giudici monocratici. Tre le aule impegnate ieri. Due al primo piano («Marchetti» e «A», una al piano terra, la «B»). Nella «Marchetti» a tenere udienza è stato il giudice Annalisa Amato, nella «A» il collega Matteo Giacalone e nella «B» Iole Moricca. Come al solito, tantissimi i procedimenti (23 davanti al giudice Giacalone, 21 davanti alla Amato). Per vari reati e con vari imputati. La più grande delle tre aule del monocratico, come nel vecchio Tribunale di piazza Paolo Borsellino, è la «Marchetti». E qui la prima cosa che, ieri, è saltata all'occhio è stata la piccola gabbia in ferro per gli imputati detenuti. Una gabbia con le ruote. In modo da poterla spostare all'interno dello stanzone. Ciò ha fatto storcere il naso a qualche avvocato L'aula «Marchetti», con finestre sull'atrio principale sui due corpi di fabbrica (quello a nord del Tribunale ospita la Procura della repubblica), è abbastanza luminosa, come pure la «A», anche se questa non ha finestre. Qui, però, la prima cosa su cui si impatta è il grande specchio sulla parete opposta alla porta d'ingresso, che da un'impressione di profondità e maggiore folla. Poco luminosa l'aula «B». L'articolo completo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia di oggi.