Trentasette nasse, un angamo (anche detto, in dialetto, traìno) e una rete di quattrocento metri: sono questi gli attrezzi da pesca sequestrati dalla Guardia Costiera nella Riserva Naturale Orientata «Isole dello Stagnone». Tutti strumenti che erano stati «calati» in mare abusivamente e che, se avessero completato l'opera, avrebbero danneggiato la laguna e depauperato la fauna della zona protetta.
«In quell'area di particolare pregio naturalistico - spiega la tenente di vascello Carla Picardi -, è vietata la pesca con qualsiasi tipo di rete a strascico e da posta, nonché sono previste specifiche prescrizioni circa il numero ed il posizionamento delle suddette nasse, così come disciplinato dal Regolamento per la pesca sportiva nella Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone di Marsala».
Infatti è consentita la posa, solo a piedi (venendo dalla riva) di non oltre venti nasse a maglia e larga, per lasciar uscire i pesci sotto misura, ma stavolta le nasse erano quasi il doppio, a maglia piccola e senza targhetta di riconoscimento.
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