Le fatture emesse dal Comune di Trapani non riportavano le date certe delle letture dei contatori, ma soltanto un generico arco temporale di riferimento. Il giudice di pace Diego Vallone, accogliendo le tesi sostenute dall'avvocato Vincenzo Maltese, ha convenuto sull'«incongruenza, l'inesattezza e la presuntività dei dati fatturati» e pertanto ha annullato le fatture delle eccedenze relative a consumi per gli anni 2015, 2016 e 2017 fatturate dal Comune di Trapani, e specificatamente dall'Ufficio Acquedotto, nella qualità di «Gestore idrico», ad una famiglia composta, peraltro, dai due soli coniugi che così ha potuto risparmiare circa il 50% dell'importo fatturato, mentre il Comune è stato «condannato» al pagamento delle spese processuali.
Si tratta della seconda sentenza emessa in materia di eccedenze idriche dal giudice di pace (la prima risale al 2017) con lo stesso esito dell'annullamento riguardo a consumi rilevati dal Comune negli anni dal 2015 al 2017. Nella fattispecie, i due coniugi, vedendosi recapitare diverse bollette contenenti importi di eccedenze hanno voluto vederci chiaro e, improvvisandosi investigatori, dopo avere effettuato la lettura dei metri cubi registrati da contatore, hanno rilevato che non corrispondevano a quelli fatturati.
Lo hanno documentato scattando una serie di foto ed hanno quindi inoltrato un formale reclamo al «Gestore idrico» del Comune. Allegando la ritrazione fotografica del contatore, hanno richiesto una verifica dei dati in loro possesso, il riscontro con le date-lettura del contatore ed il controllo della funzionalità dello strumento di misura installato dal fornitore del servizio. Non avendo ricevuto alcun riscontro dagli Uffici comunali, i due hanno quindi deciso di agire giudizialmente a tutela delle proprie ragioni, affidandosi all'avvocato Vincenzo Maltese.
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