«Al momento non sono emersi collegamenti con Cosa Nostra». Lo ha detto il questore di Trapani, Claudio Sanfilippo, in un incontro con la stampa a proposito dell’arresto del narcotrafficante Paolo Lumia, catturato lo scorso 3 luglio in Bolivia. L’indagine è stata coordinata dalla Dda di Palermo - che a fine gennaio aveva emesso un ordine di cattura internazionale - ed eseguita da un team investigativo composto da agenti del Servizio Centrale Operativo (Sco), Squadra Mobile di Trapani e agenti del commissariato di Mazara del Vallo. «Lo abbiamo fermato nella città di Cochabamba mentre usciva con un cagnolino da un residence in cui si appoggiava - ha detto Fabrizio Mustaro, capo della Squadra Mobile di Trapani che assieme a un agente dello Sco ha eseguito l’arresto in Bolivia - e quando ci ha visti era stupito che ci fossero degli investigatori italiani e ci ha detto che non avrebbe immaginato di essere arrestato e che forse aveva esagerato con le rimesse di denaro». Proprio per questo sono in corso indagini su oltre 10 persone accusate di aver fatto pervenire risorse finanziare a Lumia. «Al momento dell’arresto ha ammesso di aver commesso un errore, una delle ultime rimesse di denaro ricevute era a nome di Carlos Sanchez Romero - ha aggiunto Mustaro - e questa era la sua falsa identità e quando l’abbiamo comunicata alla Felcn ((Fuerza Especial de Lucha Contra el Narcotrafico, che ha partecipato all’arresto del latitante ndr), hanno eseguito un accertamento sul passaporto e abbiamo individuato la sua foto sul documento». Secondo gli investigatori, Lumia sarebbe entrato in Bolivia dal Brasile, attraversando il confine da Corumba, nella regione del Mato Grosso. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno sequestrato un ipad, due smartphone e alcuni documenti.