L'Asp di Trapani liquidò due volte i danni agli eredi di una donna di 52 anni morta all'ospedale di Pantelleria per un caso di malasanità. Ma il chirurgo che ne fu ritenuto responsabile non deve risarcire l'intera somma perché non si può pretendere «di addossare al convenuto le conseguenze delle scelte avventate compiute dall'amministrazione danneggiata». Una vicenda vecchia di vent'anni, che emerge dalla sentenza (479/2019) con cui la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha condannto Renato Urso, 71 anni, originario di Firenze, a pagare 700 mila euro che si sommano ai 454 mila stabiliti da un'altra sentenza emessa dagli stessi giudici contabili nel 2012. L'Asp, invece, ha sborsato in totale un milione e 700 mila euro in conseguenza delle condanne emesse in sede civile dal Tribunale di Marsala e dalla Corte d'appello di Palermo. Ma, scrivono i giudici contabili nelle motivazioni della sentenza, “occorre rilevare che la più volte citata pronuncia della Corte di Appello, con cui è stato rimodulato il danno risarcibile in favore degli appellanti con riforma in pejus della condanna già subita in primo grado dall'Asp, consisteva in un definitivo ed omnicomprensivo riconoscimento delle pretese risarcitorie azionate dai predetti congiunti nei cui confronti l'Azienda sanitaria aveva già provveduto ad eseguire il pagamento di 500.337 euro in dipendenza della sentenza di primo grado". L'articolo completo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia di oggi.