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Polizia penitenziaria, la protesta nelle carceri di Trapani e Favignana: "Carenza di personale"

Gli agenti della polizia penitenziaria che lavorano nelle carceri di Trapani e Favignana da oggi si asterranno dal consumo dei pasti in mensa. La protesta è nata a causa di quella che definiscono una grave carenza di personale. I sindacati, se non dovessero arrivare risposte, minacciano anche un sit in con una tenda davanti alla prefettura di Trapani 24 ore su 24.
A fare il punto della situazione i sindacalisti di polizia penitenziaria Uil, Sappe, Osapp, Sinappe, Uspp, Cnpp, Cgil e Cisl. “Dal 2017 tra Trapani e Favignana lavorano 300 agenti di polizia penitenziaria, con una riduzione del 30%. Nel frattempo è aperto un nuovo padiglione del carcere Cerulli e i detenuti sono passati da 300 a 560. Di questi almeno 100 mafiosi, il 30% sono extracomunitari e 30 detenuti hanno problemi psichiatrici. Gli agenti sono 250, di questi 50 si occupano di trasportare i detenuti e fanno parte del nucleo operativo traduzioni 80 lavorano negli uffici perciò solo 120 poliziotti si occupano del controllo dei detenuti", raccontano i sindacalisti. "Molti - continuano - devono avere permessi per recupero ore o malattia e su 4 turni lavorano così solo 80 agenti. Nei turni di notte spesso ci sono solo 10 agenti per 560 detenuti e se accade una situazione di criticità la sicurezza è messa seriamente a rischio”.
Nel 2015 è stata fatta una prima interrogazione parlamentare sulle condizioni stremanti della polizia penitenziaria nelle carceri di Trapani e Favignana. “Abbiamo chiesto al ministro Bonafede di incrementare di almeno 80 unità di polizia penitenziaria e di altre 50 per il servizio di spostamento dei detenuti. Ma finora non abbiamo avuto nessuna risposta”, spiegano.
I sindacalisti di polizia penitenziaria hanno incontrato più di 15 giorni fa il prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi, che si è preso l’impegno di rappresentare al ministero la situazione di criticità. “L'età media degli agenti di polizia penitenziaria è alta sopra i 50 anni e molti usufruiscono della legge 104 per problemi di salute”, dicono.
I sindacati sono sul piede di guerra anche per gli straordinari non retribuiti. “Su 40 ore di straordinario mensili ne vengono pagate 10, ma da 6 mesi ciò non avviene. Per non parlare dell’indennità delle trasferte. Lo Stato deve ad ogni agente 800 euro. Inoltre i mezzi usati per spostare i detenuti sono spesso guasti, su dieci ne funzionano 4”.

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