"I kite surf spaventano i fenicotteri rosa della riserva dello Stagnone". È quanto sostiene Legambiente che ha stilato un documento lamentando non solo questo problema ma una lunga serie di danni che l'attività sportiva recherebbe all'habitat naturale.
La pratica del Kite Surf sul litorale nord marsalese, negli ultimi anni, ha fatto convergere migliaia di appassionati da ogni parte d'Italia e anche dall'estero. Costituendo, quindi, una voce economica non indifferenza sul fronte del turismo. Ma dopo l'ultimo incidente mortale (vittima un tedesco), la locale sezione di Legambiente, presieduta da Letizia Pipitone, ha diffuso una nota in cui, facendo riferimento al regolamento della Riserva, afferma sostanzialmente che il kite surf è un'attività sportiva che compromette "l'integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi".
Così scrive Letizia Pipitone: "La zona dell'Incanto, in cui si concentra la gran parte dei kiters, è un vero e proprio caos. Parcheggio abusivo sulla riva e dappertutto, musica ad alto volume, ingorgo perenne nell'unica via che conduce al sito. Per non dire della moquette sintetica posta sulla riva (solo recentemente rimossa dai gestori delle varie scuole di kitesurf che la utilizzavano) e dello sbancamento di ampi tratti di litorale lagunare con relativa vegetazione, allo scopo di facilitare la discesa in mare di queste enormi vele e dei lunghissimi tiranti che le sostengono".
A replicare Luigi La Barbera, presidente dell'Associazione "Sport, Turismo, Stagnone", che raggruppa oltre 15 scuole di Kite.
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