Torna in libertà l’ex dirigente del comune di Castellammare del Golfo, arrestato nel blitz Palude. Si tratta del coordinatore dell’ufficio tecnico dell’ente, Simone Cusumano al quale sono stati revocati gli arresti domiciliari disposti dal gip di Trapani il 27 novembre 2018. Il provvedimento adesso è stato disposto dal gup trapanese che ha annullato anche i domiciliari per due imprenditori Antonio e Severino Caleca, padre e figlio, titolari della ditta "Pietre del Golfo srl". Il procedimento sarà discusso a partire dal prossimo 7 maggio davanti al gup Emanuele Cersosimo. Cusumano è indagato in concorso per corruzione e turbata libertà degli incanti perchè, secondo l’accusa, avrebbe effettuato degli affidamenti diretti e in somma urgenza a ditte amiche in violazione della normativa in materia di Codice degli Appalti e dei Lavori Pubblici affidando del lavori in somma urgenza a ditte amiche. L’indagine fu diretta dalla Procura di Trapani e il Tribunale emise due differenti ordinanze. Nell’altro filone finì in manette anche Giuseppe Pirrello, all’epoca a capo dell’ufficio del Genio Civile di Trapani e tra gli indagati spuntò il nome dell’attuale assessore regionale alle attività produttive Mimmo Turano, indagato per corruzione e abuso d’ufficio. All’epoca dei fatti contestati Turano era deputato regionale all’Ars e proprio in virtù di questo ruolo, secondo l’accusa dei pm, tra lui e Pirrello c'era «un implicito e generale patto corruttivo». Secondo i pm il capo del Genio civile avrebbe commesso «una pluralità di atti contrari ai propri doveri di ufficio» nell’interesse di Turano e di soggetti raccomandati dal politico alcamese. Inoltre, in occasione della «riapertura del cantiere per i lavori secondo lotto del porto di Castellammare del Golfo», si sarebbe adoperato per far pressione a un funzionario del Dipartimento Ambiente della Regione siciliana per scongiurare «un decreto di sospensione della concessione demaniale marittima». AGI