Per scadenza dei termini (sei mesi) della misura cautelare, su richiesta del pm, il gip Antonio Cavasino ha revocato l’obbligo di dimora entro i confini del Comune di Marsala disposto in giugno per Angelo Patriarca, 57 anni, assistente capo di polizia, e Rachid Dalal, di 32, entrambi arrestati lo scorso 15 marzo per il caso dei passaporti in bianco sottratti alla Questura di Trapani.
In ottobre, ad alleggerire la posizione dei due indagati era stata la sesta sezione della Corte di Cassazione, che rigettando il ricorso della Procura ha confermato la decisione del Tribunale del Riesame di Palermo, che lo scorso 9 aprile ha riqualificato tutti i gravi reati inizialmente contestati a Patriarca e Dalal, e cioè associazione per delinquere finalizzata al peculato, furto, ricettazione e corruzione, nella meno grave (almeno sotto il profilo della pena prevista dal codice penale) truffa pluriaggravata e continuata in concorso ai danni dello Stato.
Un reato per il quale la pena massima prevista è di 5 anni di reclusione. Gli indagati possono, quindi, patteggiare e usufruire dello "sconto" di un terzo, evitando di tornare in carcere.
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