Beni per circa trenta milioni di euro sono stati confiscati all'imprenditore Enzo Morici su provvedimento della sezione misure di prevenzione di Trapani. Si tratta di 142 beni immobili, 37 beni mobili registrati, 36 conti correnti e rapporti bancari, 9 partecipazioni societarie e 6 società. Parte del patrimonio proviene dal padre di Enzo Morici, Francesco, deceduto durante il procedimento di prevenzione. "L'unica buona notizia - ha commentato Morici - è che non è stata accolta la misura di prevenzione personale". Il pm, infatti, aveva chiesto 4 anni di sorveglianza speciale, in quanto ritenuto soggetto pericoloso. Per gli inquirenti, quella dei Morici, negli ultimi trent'anni, è stata un'attività imprenditoriale "al servizio" di Cosa nostra, ragion per cui sono stati dissequestrati soltanto alcuni beni minori acquistati antecedentemente al 1991. Nel procedimento a carico dei Morici, i pm hanno fatto confluire le carte dell'inchiesta che ha coinvolto l'ex sottosegretario all'Interno Antonio D'Alì (imputato di concorso esterno in associazione mafiosa), ritenendo il gruppo imprenditoriale inserito in un quadro di accordi tra mafia, politica e imprese.