Non accetta la fine della relazione con la sua ex fidanzata e la perseguita tentando persino di entrare in casa della donna. Nel pomeriggio di domenica 19 agosto, gli equipaggi dell’Aliquota radiomobile e della stazione dei carabinieri di Mazara del Vallo hanno arrestato G. D., trentenne mazarese.
I militari sono intervenuti presso un’abitazione di Mazara del Vallo per una lite in famiglia, dove era stato poco prima segnalato G.D. per l'ennesimo atto persecutorio nei confronti della ex fidanzata, anch’essa mazarese. L’uomo, nel vano tentativo di recuperare una storia ormai finita, aveva forzato la porta d’ingresso, prendendola a “calci” e, una volta entrato è salito al secondo piano dove si trova l'abitazione della donna, non riuscendo fortunatamente ad entrare perché la ex si era nel frattempo barricata in casa con la madre.
Una volta giunti i carabinieri sul posto, G.D. alla presenza dei militari è andato in escandescenza e, come se nulla fosse, ha continuato a proferire minacce di morte nei confronti della ex fidanzata e dell'ex suocera.
Data la gravità degli episodi, il giovane è stato accompagnato in caserma per gli approfondimenti del caso, a seguito dei quali, è stato tratto in arresto e sottoposto agli arresti domiciliari.
Il giorno successivo l’uomo, incurante della misura precautelare a cui era sottoposto, è evaso dalla propria abitazione per recarsi nuovamente dalla ex. Il tempestivo intervento di una pattuglia dei carabinieri, che ha riconosciuto subito lo stalker, ha evitato il peggio e ha arrestato il giovane per il reato di evasione. A quel punto il gip del Tribunale di Marsala ha disposto per G.D. il trasferimento nel carcere di Trapani.
Dalla ricostruzione della storia della vittima è emerso un grave quadro indiziario. È infatti risultato come il giovane si fosse reso responsabile di una nutrita serie di episodi di pesante interferenza nella vita privata della donna, caratterizzata da un’assillante insistenza e ossessiva ripetitività, in particolare frequentissime telefonate e appostamenti che si sono susseguiti nel tempo, costringendo la ex e la madre a modificare le loro abitudini di vita quotidiana.
La donna sarebbe stata vittima, nel tempo, anche di aggressioni fisiche legate principalmente a motivazioni di morbosa gelosia e culminate in un episodio di violenza durante il quale, l’allora fidanzato convivente, le avrebbe rotto il naso con una testata, procurandole una frattura, a seguito della quale, la donna sarebbe dovuta ricorrere alle cure mediche del caso.
Anche per tali ragioni, la vittima aveva dovuto abbandonare la convivenza con il fidanzato e trasferire il suo domicilio presso la casa dei genitori ove sarebbero poi continuate le condotte persecutorie fino al giorno dell’arresto.
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