Sacchi neri, sacchi trasparenti e anche azzurri. Una catasta di rifiuti che, se non fosse per la fitta vegetazione che la nasconde, non sarebbe proprio un bello spettacolo da vedere. A quattro passi dagli uffici del Parco archeologico di Segesta ci sono più di trenta grossi sacchi per l’immondizia accatastati l’uno sull’altro.
Sono i rifiuti che provengono dal bar del punto ristoro, dai cestini sparsi nel Parco e dalle pulizie giornaliere dei bagni pubblici. Rifiuti indifferenziati accumulati da mesi, settimana dopo settimana che qualcuno, regolarmente, trasporta e scarica. E così è nato il problema. I dettagli sulla vicenda nel Giornale di Sicilia di oggi.
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