La Cgil non aderirà al corteo del 16 giugno «Sono Castelvetranese e non sono mafioso», organizzato dalle associazioni e dai cittadini. A comunicarlo sono la Cgil di Trapani e la Camera del Lavoro di Castelvetrano. Per il sindacato: «affermare di non essere mafiosi è un importante segnale in un territorio fortemente permeato dal sistema criminale e mafioso, ma nello stesso tempo non si possono disconoscere le infiltrazioni mafiose nella politica e nell’economia del territorio che hanno portato allo scioglimento del Comune».
«A Castelvetrano così come in tutto il territorio trapanese - dicono il segretario generale della Cgil Filippo Cutrona e il segretario della Camera del Lavoro di Castelvetrano Gaspare Giaramita - la lotta alla mafia è una battaglia che i cittadini devono condurre insieme alla Istituzioni siano esse elette dal popolo siano nominate dallo Stato».
«Per questa ragione - proseguono - sarebbe stato opportuno scendere in piazza affermando non solo che essere castelvetranese non vuol dire essere mafiosi, ma sostenendo anche l’attività dei Commissari del Comune impegnati nel gravoso compito del risanamento economico dell’Ente e nell’affermazione della cultura della legalità. Auspichiamo che l’impegno nella lotta alla mafia dei cittadini non sia episodico ma costante e al fianco delle Istituzioni in un fronte comune di lotta comune». La Cgil, così come ha più volte espresso, conferma la propria disponibilità al confronto con i commissari del Comune sui temi che riguardano il lavoro, i diritti e la legalità.
Inoltre in una lunga lettera inviata al presidente della Pro loco Vincenzo Filardo, che li aveva invitati al corteo, due dei tre commissari alla guida del Comune, Salvatore Caccamo ed Elisa Borbone, spiegano il perchè non parteciperanno all’iniziativa: «Pur nella piena condivisione dello spirito dell’iniziativa si ritiene non opportuna la nostra presenza. Operiamo - scrivono - costantemente per la realizzazione del bene comune, in una posizione di ascolto attento e diretto alle esigenze dei cittadini e chi agisce istituzionalmente con queste finalità preferisce farlo in silenzio, nella consapevolezza che non occorre dimostrare alcunché con proclami, parole o striscioni ma solo con fatti concreti e risultati tangibili». I commissari auspicano comunque una «collaborazione propositiva e costruttiva» da parte di cittadini e associazioni.
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