Nel suo centro massaggi gestiva, organizzava e amministrava lo sfruttamento di giovani donne straniere, indotte a prostituirsi. I carabinieri di Marsala hanno così arrestato la cinese Chen Biying, 40 anni, al termine di un'indagine iniziata nella seconda metà del 2017 e che ha permesso di accertare come la donna sfruttasse la prostituzione di almeno tre ragazze, tutte di nazionalità cinese, le quali praticavano ai clienti del centro prestazioni sessuali con una maggiorazione di circa 20 euro rispetto al costo previsto per il massaggio. Ad allertare i carabinieri sono stati alcuni condomini dello stabile in cui si trovava il centro massaggi "a luci rosse", infastiditi dal continuo via vai di sconosciuti. La cinese, oltre a gestire l’operato delle sue connazionali, curava personalmente l’aspetto pubblicitario del centro massaggi, inserendo numerosi annunci su siti web per promuovere il proprio business della prostituzione. La donna si occupava anche della gestione dell'aspetto economico: i guadagni delle giovani donne erano tutti gravati da una vera e propria imposta percentuale, che le stesse dovevano versare alla responsabile nonché proprietaria dell’immobile che ospitava il centro benessere. Anche le modalità di accesso alla struttura erano ben delineate: diversi contatti telefonici per comprendere bene chi fosse l’interlocutore e qualche minuto di attesa all'ingresso del condominio per accertarsi che non si trattasse di uomini delle forze dell’ordine. Durante la perquisizione domiciliare effettuata presso il centro massaggi, i militari hanno rinvenuto la documentazione attestante gli introiti giornalieri dell'attività, oltre al materiale utilizzato per le pratiche sessuali. L'arresto della donna, ora ai domiciliari, si affianca all'operazione "Caliente" che nell'ottobre del 2017 aveva permesso di sgominare un'associazione criminale marsalese dedita allo sfruttamento della prostituzione.