PALERMO. E' indagato per concorso esterno in associazione mafiosa Carlo Cattaneo, un imprenditore di Castelvetrano che opera dal 2010 nel settore dei giochi e delle scommesse.
Secondo gli inquirenti, che l’hanno fermato assieme ad altre 20 persone accusate di far parte della cerchia di Matteo Messina Denaro, Cattaneo sarebbe a disposizione di Cosa Nostra, al servizio delle diverse diramazioni su tutto il territorio siciliano e soprattutto, per quanto riguarda la famiglia di Castelvetrano, di Francesco Guttadauro, perlomeno fino al suo arresto avvenuto nel 2013.
In particolare, Cattaneo manteneva rapporti con Rosario Allegra, cognato di Messina Denaro. Dalle conversazioni intercettate, emerge che è Allegra a impartire le direttive a Cattaneo (“fate lavorare i picciotti” … lui è quello che prende la responsabilità … Là tutte cose di Carlo, non si discute”) non solo sull’assunzione formale dei propri figli ma anche sulla misura degli utili che devono percepire (il 20%).
Allegra chiede pure somme di denaro da destinare al sostentamento dell’organizzazione mafiosa e dei familiari di Francesco Guttadauro, detto “Ciccio”. Allegra dice a Cattaneo: “Un'altra cosa ti volevo dire... e te lo dico spassionatamente... pensa a Ciccio”. L’identificazione di “Ciccio” con Francesco Guttadauro è inequivocabile, secondo gli inquirenti, anche in ragione del fatto che Cattaneo, inizialmente, pensa che Allegra si riferisca a suo figlio Francesco ma lo stesso Allegra gli precisa “Ciccio ... no mio figlio!”.
Cattaneo allora utilizza una metafora e dice ad Allegra di non volersi esporre eccessivamente in favore degli appartenenti all’organizzazione mafiosa (…ok ti fazzu un paragone! tu mi chiami e mi dici... posso entrare i tavolini qua alle sei di mattina? ed io ti dico no!....), ma di essere sempre assolutamente disponibile a corrispondere riservatamente ai bisogni di Cosa nostra (poi entro a casa mia e ti lassu la porta aperta! che devi fare tu? Entri! …).
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia