CASTELVETRANO. Due cani randagi, microchippati e sterilizzati, sono stati trovati morti avvelenati nella zona di via Cavallaro, a Marinella di Selinunte frazione di Castelvetrano.
Secondo quanto riferito da chi li accudiva, gli animali facevano gruppo con altri tre cani che dovevano ancora essere microchippati e sterilizzati, che non si trovano e che si teme abbiano fatto la stessa fine degli altri due. Nei giorni scorsi, nel trapanese, altri cani sono stati trovati morti avvelenati a Santa Ninfa e a Tre Fontane.
Quella dei randagi avvelenati sta diventando una vera e propria emergenza in Sicilia, tanto che nei giorni scorsi il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha incontrato una delegazione di animalisti per affrontare la questione e più in generale il fenomeno del randagismo.
Intanto, a Sciacca potrebbe esserci una svolta nelle indagini sull'avvelenamento di 27 cani in contrada Muciare: la locale Procura della Repubblica ha individuato due persone a carico delle quali avrebbe raccolto elementi significativi su un loro possibile coinvolgimento nella strage dei randagi. Anche a Licata sono stati segnalati dal Centro studi del Movimento animalista casi di avvelenamento di randagi e ieri due cani e un gatto sono stati trovati uccisi con delle polpette avvelenate che qualcuno ha posizionato in contrada Cannavecchia, a pochi passi dall’ospedale San Giacomo d’Altopasso.
Quattro cani impiccati, invece, trovati a Rosolini: a renderlo noto Lega nazionale per la Difesa del cane. Avvelenamenti invece a Paternò. «Storie sono all’ordine del giorno in Sicilia», ha detto Piera Rosati, presidente di Lndc Animal Protection.
Dodici esche avvelenate sono state trovare in via Manzoni a Erice e un caso di avvelenamento è stato segnalato anche a Campobello di Mazara.
Infine, a Canicattì due cuccioli di 40 giorni sono stati trovati impiccati a una staccionata in via Torres.
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