TRAPANI. No al passaggio ai Comuni delle reti idriche rette, fino ad ora, dall’Eas. Perché si tratta soltanto di uno «scarica barile» che, di fatto, non risolve i problemi della gestione del servizio idrico. A sottolinearlo è l’avvocato Vincenzo Maltese, incaricato dalle amministrazioni di Erice e Paceco per i problemi del sistema idrico e dei rapporti con il gestore Eas mentre la Regione, da pochi giorni, ha nominato i commissari ad acta per il passaggio delle reti idriche.
«Sul piano organizzativo - precisa Maltese -, nulla è dato sapere circa la trasmissione della banca dati delle utenze dagli uffici palermitani ai singoli Comuni, di un censimento delle utenze dotate quasi tutte di contatori obsoleti e malfunzionanti non in grado di registrare i consumi effettivi delle famiglie - continua -, senza contare che molti contratti risultano essere ancora intestati a persone decedute parecchi anni fa. Inoltre, cosa ancor più grave, è che i Comuni non dispongono di risorse umane (né il Patto di stabilità ne permetterebbe l'assunzione) adeguatamente formate per l'espletamento della fatturazione e della rilevazione dei consumi, oltre che della stessa manutenzione e gestione della rete idrica».
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