TRAPANI. Da dodici anni lotta perché finalmente il padiglione che ospita le tombe di bambini e neonati al cimitero di Trapani, dove riposa anche il suo bambino, abbia finalmente la dignità che gli spetta.
Dal 2005 però malgrado le denunce, malgrado le richieste, malgrado gli appelli quel padiglione rimane in pessime condizioni, lasciato nel degrado assoluto e transennato con un vecchio ponteggio in ferro ormai arrugginito.
Ieri dopo anni di attese Andrea Ditta, 56 anni, ex agente della polizia penitenziaria ma soprattutto genitore di uno di quei neonati sepolti in quel degrado ha scelto di agire in un altro modo; niente denunce, niente lettere, niente reclami, si è semplicemente incatenato al cancello dell’ingresso principale del cimitero, accanto un cartellone che raccontava attraverso le foto il luogo per cui si stava battendo e il degrado.
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