Peschereccio sequestrato, due italiani ancora bloccati. L'ambasciatore: "Lavoriamo per il rientro"
MAZARA DEL VALLO. «Sono in costante collegamento con le autorità tunisine e il mio primo obiettivo è quello del rientro in Italia dei due marittimi. Sono anche al fianco della proprietà per qualsiasi ragione volesse far valere». Lo ha detto, parlando del sequestro del peschereccio mazarese Anna Madre da parte delle autorità tunisine, l’ambasciatore italiano in Tunisia, Raimondo de Cardona, presente alla kermesse Blue sea land che si chiude oggi a Mazara del Vallo. Il diplomatico ha rilevato che «in questo momento in Tunisia viene applicata una politica del rigore nei confronti di tutti. Attualmente a Sfax, nelle stesse condizioni dell’Anna Madre si trovano tre pescherecci egiziani e una serie di motopesca tunisini fermati perchè sorpresi a pescare in zone interdette». Sul comandante dell’Anna Madre, Giacomo Giacalone e sul direttore di macchina Salvatore Calia, che non possono rientrare in Italia finchè la società armatrice non pagherà l’ammenda di 69 mila euro, De Cardona ha aggiunto: «I due marittimi sono liberi di circolare in territorio tunisino, ma non possono lasciare il Paese perchè vincolati dalla procedura. Noi come ambasciata siamo impegnati per individuare soluzioni alternative, cioè se si può realizzare un rientro pur in pendenza della questione. I marittimi italiani erano tre, mentre sette erano tunisini. Dei tre italiani è rientrato solo il cuoco da due giorni». «Le autorità tunisine - ha aggiunto l’ambasciatore - contestano al peschereccio di avere travalicato i limiti di competenza territoriali marittimi che sono riconosciuti a livello internazionale. Bisogna vedere se effettivamente tale limite è stato o no attraversato. Inoltre, non sono a conoscenza di quale tipo di pesce ci fosse effettivamente in stiva, la proprietà sostiene che le cose stanno diversamente da quello che dicono le autorità tunisine». Le dichiarazioni dell’ambasciatore De Cardona sono state contestate da uno degli armatori, Giampiero Giacalone e dal padre del comandante del peschereccio che hanno incontrato anche il sottosegretario agli Affari esteri Vincenzo Amendola.