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Peschereccio di Mazara sequestrato in Tunisia, l'armatore: "Temo una tragedia"

CASTELVETRANO.  «Temo una tragedia: che ci possano essere anche problemi di salute per i due membri dell’equipaggio ormai stremati e ancora trattenuti e chiedo un’iniziativa forte del Governo altrimenti la situazione non si sbloccherà": lo ha detto telefonicamente all’Ansa da Mazara del Vallo l'armatore del peschereccio per ora sequestrato nel porto di Sfax, in Tunisia, dalle autorità, Giampiero Giacalone, uno dei soci della "Pesca Giacalone srl", dopo l’iniziativa dell’ europarlamentare pavese della Lega, Angelo Ciocca, in questi giorni nel Paese nordafricano per cercare di trovare una soluzione.

«Dopo 46 giorni di lavoro di pesca e 14 giorni di sequestro fra cui anche 6 giorni di sciopero della fame - ha sottolineato l'armatore - il comandante Giacomo Giacalone e il direttore di macchina Salvatore Calia sono molto provati. E’ vero che il terzo membro dell’equipaggio, il cuoco Emanuele Capizzo, è stato rimpatriato ma lui era già libero di rientrare ed era rimasto lì per solidarietà. Comunque si tratta di un sequestro strano e davvero anomalo. Ringrazio Ciocca per avere mobilitato l’ opinione pubblica».
 «La situazione che io ho trovato si configura come un sequestri di persona a tutti gli effetti - ha denunciato Ciocca dalla Tunisia -. Il Governo italiano deve intervenire immediatamente e con forza per 'liberarè l’equipaggio e il peschereccio. Se nei prossimi giorni l’equipaggio non sarà liberato diserterò l’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo e per protesta ritornerò sul peschereccio a Sfax invitando altri deputati italiani a compiere lo stesso gesto».

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