TRAPANI. Le accuse mosse alla Ong tedesca Jurgen Rettet, che hanno portato al sequestro della nave Iuventa che operava nel Mediterraneo per il soccorso di migranti, «si basano su dichiarazioni contrastanti di due agenti di sicurezza privati, legati a gruppi di estrema destra italiani». Lo dicono i vertici di Jurgen Rettet, che stanno tenendo una conferenza stampa a Trapani dopo aver visto all’autorità giudiziaria il dissequestro della nave. «Ci troviamo dinanzi ad una falsificazione terrificante del materiale probatorio raccolto contro di noi», dicono i responsabili della Ong. «Uno dei due agenti accusatori riferisce che gli scafisti sono fuggiti via verso la Libia con una barca di legno; il secondo afferma che sono andati via con un gommone. Una contraddizione palese». L’Ong ritiene che le accuse mosse nei loro confronti siano "strumentali e inconsistenti». «Eppure - dice l’avvocato Leonardo Marino - questi elementi sono stati ritenuti sufficienti per avviare un’indagine e procedere al sequestro preventivo della Iuventa».