ROMA. Solo qualche indizio ma nessuna prova, del coinvolgimento nel sequestro della piccola Denise Pipitone, a carico della 'sorellastra' Jessica Pulizzi quattordicenne quando la bimba di quattro anni - che sarebbe nata dalla relazione di suo padre Pietro Pulizzi con Piera Maggio, sposata con Antonino Pipitone - scomparve la mattina del primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo senza essere più ritrovata. Per questa ragione, scrive la Cassazione nelle motivazioni appena depositate di conferma del proscioglimento di Jessica, non merita obiezione l’assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Palermo nel 2015, conforme al primo grado, impugnato dal Pg di Palermo e dai familiari di Denise, compresi i due 'padri'. Antonino Pipitone ha fatto ricorso come esercente la potestà genitoriale insieme con la moglie, e Pietro Pulizzi ha fatto ricorso in qualità di padre naturale. I supremi giudici ricordano però che il caso, dopo tredici anni di indagini, è ancora aperto e che la sorte di Denise - sul destino della quale in questi anni si sono fatte tante ipotesi - «è tuttora sconosciuta». Ad avviso della Suprema Corte, Jessica non era l’unica ad avere in via «esclusiva» del risentimento verso Denise dato che anche a sua madre, Anna Corona - non accusata del reato - «era attribuibile lo stesso movente». Inoltre la sua presenza nel mercato, a 500 metri dal luogo in cui scomparve Denise, non prova nulla in un centro di «ridotte dimensioni» come Mazara. In particolare, la Cassazione - sentenza 40274, relatore Luca Pistorelli - ritiene che il verdetto d’appello «ha motivatamente evidenziato l’inidoneità del compendio indiziario, caratterizzato oltre che dall’elevata ambiguità intrinseca di alcune evidenze e dalla stessa incertezza di alcuni dati probatori, a formare la prova ogni oltre ragionevole dubbio della colpevolezza della Pulizzi, pur non disconoscendo la sussistenza di elementi di sospetto nei suoi confronti, primo fra tutti la forte caratterizzazione del movente posseduto dalla medesima». Il riferimento è alla gelosia di Jessica per Denise che oltre a contenderle l’affetto del padre, con la sua nascita aveva messo in crisi la vita familiare, e al risentimento per la madre della bimbetta, Piera Maggio. «Quel che posso dire - ha commentato la mamma di Denise - è che i colpevoli del rapimento non vengono da lontano. Uno sconosciuto non va nella periferia di una città come Mazara del Vallo a sequestrare bambini. Chi ha agito sapeva chi era Denise. Ci sono persone che sanno e non parlano per paura o per omertà. E' stata rapita una bambina, non un oggetto. Basta con l’omertà, chi sa parli». Denise Pipitone sparì proprio davanti a casa, tra le vie Castagnola e La Bruna, a Mazara. Jessica quando venne indagata aveva 17 anni, ed è sempre stata assolta al termine dei processi svoltisi a Marsala e a Palermo. In Appello è stato anche dichiarato prescritto il reato di false dichiarazioni contestato all’ex fidanzato, Gaspare Ghaleb, condannato in primo grado a due anni.