TORINO. Una donna italiana, Lara Bombonati di 26 anni, è stata fermata nelle scorse ore a Tortona, nell'Alessandrino, ed è ora reclusa nel carcere di Torino con l'accusa di terrorismo internazionale in attesa che il Gip convalidi l'arresto. La notizia è riportata da alcuni quotidiani secondo i quali la donna, sposata con un foreign fighters di origini siciliane che sarebbe morto in battaglia, fu fermata a gennaio scorso in Turchia, vicino al confine con la Siria, e successivamente espulsa. L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Torino Armando Spataro e dal sostituto Antonio Rinaudo.
Una volta rientrata in Italia, la donna è stata costantemente monitorata dagli uomini della Digos che stanno ricostruendo i contatti avuti con alcuni soggetti maghrebini. Il fermo sarebbe scattato in quanto Bombonati avrebbe manifestato l'intenzione di ripartire per la Siria. Secondo gli investigatori la giovane sarebbe inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, 'Organizzazione per la liberazione del Levante'.
Lara Bombonati era sposata con Francesco Cascio, nato a Erice, e vissuto per circa vent'anni a Castellammare del Golfo. Di lui però, nella cittadina siciliana, non hanno notizie da un anno. Cascio voleva diventare martire ed era impegnato nella spasmodica ricerca del jihad. Pare sia morto lo scorso 26 dicembre durante una non meglio precisata "irruzione armata" in un campo di addestramento in Siria. E' quanto si apprende nell'ambito delle indagini che nelle scorse ore hanno portato all'arresto della vedova con l'accusa di terrorismo internazionale. Secondo quanto emerge dalle indagini, sembra che a spingere l'uomo ad imbracciare il fucile sia stata proprio la donna, che al rifiuto del marito di andare a sparare gli avrebbe intimato di "fare il proprio dovere".
Dopo la conversione all'Islam, la donna si era trasferita col marito in Turchia, una prima volta nel 2014. e in Siria dove, dopo l'affiliazione al gruppo combattente Ha'yat Tahrir Al-Sham, si occupava di dare assistenza logistica, sanitaria e psicologica ai combattenti. E spesso faceva da staffetta verso la Turchia per consegnare o acquisire documenti.
In occasione di uno di questi viaggi, la Bombonati era stata arrestata dalle autorità turche mentre cercava di rientrare in Siria utilizzando documenti contraffatti.
A far scattare le indagini nei suoi confronti sono state le preoccupazioni dei familiari, che ne avevano denunciato la scomparsa dando indicazione - secondo quanto si apprende da fonti investigative - della progressiva deriva radicale nella professione di fede islamica.
Dalle indagini è poi emerso che la donna aveva legami con le milizie jihadiste Ha'yat Tahrir Al-Sham la presunta foreign fighter. Dalla ricostruzione della chat Telegram della giovane, secondo gli investigatori, è emerso che la donna era in possesso di importanti documenti relativi al gruppo combattente, operante nel territorio della provincia di Idlib, in Siria. Si tratta di una propaggine qaedista di Jabhat Al Nusra, gruppo armato salafita.
Attivo dal 2012 anche col nome di 'fronte del soccorso al popolo di Siria', nei mesi scorsi ha rivendicato alcuni attentati terroristici compiuti nelle città di Homs e Damasco nei quali sono rimasti coinvolti anche dei civili.
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