TRAPANI. «Nonostante l’azione che lo Stato ha messo in campo dopo la stagione stragista, che ha ridimensionato il potere di Costa Nostra, questa è vitale soprattutto nella zona di Trapani, anche se la sua organizzazione è quella che ha subito i maggiori colpi sotto il profilo dell’aggressione ai beni». Lo ha detto, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, il prefetto di Trapani, Giuseppe Priolo, durante l'audizione. Cosa Nostra, ha spiegato il prefetto, «è ancora in grado di controllare almeno parte del territorio, soprattutto per le attività tradizionali: infiltrazioni negli appalti pubblici, con la possibilità di pilotarli, e ogni tipo di traffico: dagli stupefacenti alle estorsioni; insomma tutto ciò che muove ricchezza». Il prefetto ha informato che sono stati sciolti in provincia di Trapani sette comuni e sono stati effettuati accessi, alcuni con esito negativo, uno è in corso nel comune di Castelvetrano. «Nel trapanese aleggia la figura dell’ultimo grande latitante di mafia, Matteo Messina Denaro, capo del mandamento di Castelvetrano. Dopo gli arresti dei grandi boss e la morte di Bernardo Provenzano, Messina Denaro è rimasto l’ultimo, considerato tra i 30 più pericolosi ricercati al mondo e quello che si muove nella provincia di Trapani e forse anche in Sicilia è riconducibile alla regia di Messina Denaro». Lo ha detto il prefetto di Trapani, Giuseppe Priolo, in audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. "I mandamenti di Mazara del Vallo, Castelvetrano, Trapani, Alcamo, Castellammare del Golfo - ha detto - sono riconducibili all’influenza di Messina Denaro e questo emerge anche da operazioni recenti».