TRAPANI. Ha gli occhi smarriti, quando scende la scaletta della nave "Phoenix", della Ong Moas, approdata ieri mattina al Molo Ronciglio a Trapani. La chiameremo Leila, ha dieci anni, è sub sahariana. Ha viaggiato su quel barcone salvato nelle acque del Canale di Sicilia, negli ultimi due giorni, da sola.
Al momento dell’imbarco da uno dei tanti porti della Libia, dove gli scafisti ormai da anni fanno partire i loro carichi umani, è stata infatti divisa dalla madre. Non si sa se poi questa si è potuta imbarcare su un altro natante ed è già arrivata in Sicilia o se invece ancora è in Libia. Leila ora andrà a vivere in uno dei centri di accoglienza per minori non accompagnati della provincia di Trapani, in attesa di poter riabbracciare la sua mamma.
Questa è l’ultima di migliaia di storie umane che ci arrivano direttamente con gli sbarchi di migranti nei nostri porti. Ieri mattina la "Phoenix", ha sbarcato 356 persone per la maggior parte sub sahariani, e con loro anche marocchini e qualche libico.