Trapani

Sabato 23 Novembre 2024

Mafia, 14 arresti a Marsala: nomi e foto. Così Messina Denaro imponeva la pace

TRAPANI. Quattordici arresti e la famiglia mafiosa di Marsala, che stava cercando di rialzare la testa con il sostegno del boss latitante Matteo Messina Denaro, è tornata a subire un duro colpo. Stanotte i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno eseguito un provvedimento di fermo giudiziario firmato dai pm Di Leo e Padova della Dda di Palermo, a conclusione di indagini già avviate dai carabinieri nel 2015.       Il blitz denominato "Visir" ha registrato circostanze non di poco conto riguardo alla latitanza del capo mafia di Castelvetrano, ricercato dal giugno del 1993. In particolare un suo intervento nel 2015 che ha messo "pace" dentro la cosca marsalese all'epoca in cui stavano crescendo pericolosi attriti a proposito della spartizione di soldi provenienti da traffici illeciti e estorsioni. Le intercettazioni infatti hanno tradito la voce di un "picciotto" mentre avvertiva la "famiglia" che l'ordine del boss latitante era quello di mettersi d'accordo, in caso contrario "sarebbe stato iddu a muovere il suo esercito". E la cosca ha ubbidito senza discutere, cosa questa che permette di capire quanto forte resta il potere mafioso di Messina Denaro. I fermi eseguiti nella notte riguardano 14 personaggi della "famiglia" di Marsala indagati per associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e altri reati gravati dall'accusa di avere favorito Cosa nostra. Secondo le stesse indagini il capo mafia Matteo Messina Denaro, non trascorre la latitanza lontano dalla Sicilia occidentale. L'inchiesta antimafia ha delineato assetti e gerarchie della famiglia mafiosa di Marsala. Sono state documentate anche le tensioni interne alla 'famiglia' per la spartizione delle risorse finanziarie derivanti dalle attività illecite e l'intervento pacificatorio - nel 2015 - dello stesso Messina Denaro. In questo contesto gli accertamenti hanno fornito "inediti e importanti elementi, per l'epoca - sottolineano gli investigatori - riguardanti l'operatività e la possibile periodica presenza del latitante nella Sicilia occidentale".

leggi l'articolo completo