MARSALA. Un altro Tribunale, dopo quello di Termini Imerese (Pa), riconosce i diritti del personale amministrativo che dal primo luglio 2001 lavora nelle segreterie scolastiche con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. E che da diversi anni chiede il rispetto del D.M. 66/2001 nella parte in cui stabilisce la «stabilizzazione» lavorativa entro 5 anni dall'avvio dei contratti. Da allora, però, sono passati quasi 16 anni e la stabilizzazione non è ancora arrivata.
Stavolta, a riconoscere i diritti degli ata «co.co.co.» è stato il Tribunale di Marsala (giudice del lavoro Caterina Greco), che ha condannato il Ministero della pubblica istruzione, dell'università e della ricerca a corrispondere alla lavoratrice che ha fatto causa,
assistita dall'avvocato Maria Italia, le differenze retributive maturate negli ultimi cinque anni di lavoro tra quanto percepito e quanto le sarebbe spettato in qualità di assistente amministrativo, profilo B1, secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale ata, oltre agli interessi legali maturati e alla regolarizzazione della posizione contributiva e previdenziale. Attribuire al lavoro prestato da un precario, evidenzia il giudice Greco nella sua sentenza, «una qualificazione di minor rilievo o differente qualità rispetto al lavoro svolto da altro diverso prestatore sarebbe quanto meno lesivo della dignità della sua opera e del suo apporto personale
ed in contrasto con l'art. 1 della Costituzione».
Un'altra sentenza per un caso analogo è attesa al Tribunale di Marsala (giudice Marangoni) per l'11 maggio prossimo. Altre cause contro il Miur sono state promosse sia davanti il Tribunale di Palermo, che altrove. «È il riscatto di un'intera categoria - commenta
Maria Tornabene, segretario regionale siciliano della Uil Temp - che sta trovando giustizia dopo tanti anni di lotta sindacale». Gli assistenti amministrativo «cococo» sono circa 900 in tutta Italia, ma più della metà, 490, sono in Sicilia: 205 a Palermo, 157 a Siracusa e gli altri nel resto dell'isola.
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