PALERMO. I militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Trapani e del Ros di Palermo hanno arrestato l’imprenditore castelvetranese, Rosario Firenze e il geometra Salvatore Sciacca. Entrambi, ritenuti vicini al boss Messina Denaro, sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Secondo gli inquirenti, pilotavano gare d'appalto a favore di Firenze. I soldi ricavati sarebbero finiti nelle tasche del boss latitante Matteo Messina Denaro. Sono stati notificati anche quattro avvisi di garanzia avviso di garanzia per due funzionari del Comune di Castelvetrano e due fratelli di Rosario Firenze. L'indagine è coordinata dalla Dda di Palermo, guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, e rientra nelle attività investigative finalizzate alla ricerca del boss latitante Matteo Messina Denaro. Firenze, di 45 anni, è in carcere, mentre ai domiciliari è finito il suo faccendiere, il geometra Sciacca. Per gli imprenditori di Castelvetrano Giacomo Calcara, Benedetto Cusumano, Fedele D'Alberti e Filippo Tolomeo è stata disposta la misura cautelare del divieto di esercizio dell' attività imprenditoriale. L'attività investigativa è stata condotta dai carabinieri di Trapani dal gennaio 2014, ha permesso di documentare la "vitalità" del clan mafioso di Castelvetrano, soprattutto la capacità di infiltrazione nel settore dei lavori pubblici. Firenze sarebbe riuscito mediante la fittizia intestazione delle società ai fratelli, a partecipare alle gare d'appalto per l'assegnazione dei lavori pubblici: la realizzazione della condotta fognaria di via Maria Montessori, la manutenzione ordinaria di strade e fognature comunali nel 2014 e la demolizione di fabbricati fatiscenti all'interno dell'ex area autoparco comunale di Piazza Bertani. L'imprenditore sarebbe riuscito inoltre ad aggiudicarsi subappalti da ditte compiacenti alle quali, grazie alle protezioni di cui godeva all'interno dell'ufficio tecnico del Comune di Castelvetrano, vista la sua vicinanza a Cosa nostra, avrebbe fatto assegnare numerosi pubblici incanti, intervenendo sulla presentazione delle percentuali d'offerta a base d'asta. Le indagini hanno permesso di accertare che il costruttore da anni era diventato uno degli imprenditori edili di riferimento della mafia nel territorio del Belice, versando periodicamente somme di denaro ai familiari del boss Messina Denaro per il sostentamento della sua latitanza e delle esigenze del clan. Determinanti le rivelazioni dell'aspirante collaboratore di giustizia, Lorenzo Cimarosa, che hanno contribuito all'inchiesta. Il geometra Salvatore Sciacca, dipendente della ditta “ Firenze Massimiliano Sas”, che avrebbe mantenuto i rapporti con i dirigenti comunali, insieme ai due fratelli del costruttore e ai a quattro imprenditori edili castelvetranesi titolari di due imprese satelliti, la Concordia costruzioni e la Multicostruzioni soc. I carabinieri hanno sequestrato le due ditte e il complesso aziendale riconducibile a Firenze. Il valore dei beni sequestrati è di 6 milioni di euro. I militari del nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani stanno perquisendo gli uffici comunali di Castelvetrano. Nell'indagine sono infatti coinvolti anche due funzionari comunali, secondo gli inquirenti conniventi, ai quali sono stati notificati avvisi di garanzia.