MAZARA DEL VALLO. «Il dialogo e la ragione per superare i conflitti. E poi: in nome di nessun Dio si può uccidere l’altro». Lo ha detto ieri pomeriggio l’Imam di Nabeul (Tunisia), Mohamed Aboudi in visita a Mazara del Vallo, terza tappa siciliana – dopo Catania e Palermo – del suo tour tra i musulmani di Sicilia. Nella città del Satiro, l’Imam ha abbracciato il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero nella sede della Fondazione San Vito Onlus, all’indomani della festa di Mouled, il giorno della nascita di Maometto, il Natale per i cristiani. «Non devono esserci barriere ma confronto – ha detto il Vescovo Mogavero, che per la Conferenza Episcopale Siciliana è delegato alle migrazioni – perché la Chiesa cattolica non deve essere competitiva nei confronti dell’Islam ma deve evangelizzare attraverso le testimonianze ed esempi di vita».
Ad accompagnare l’Imam è stato il console tunisino a Palermo, Farhat Ben Souissi, che ha definito il Vescovo «un caro amico, simbolo di convivenza tra le religioni». La scelta di Mazara del Vallo per l’Imam di Nabeul non è stata causale e, come ha detto il console, averlo fatto nella Fondazione San Vito Onlus acquista un valore in più: «La Fondazione è stata sempre al nostro fianco - ha detto il console - anche nella risoluzione di alcune problematiche di nostri connazionali, con tutti gli operatori ci legano rapporti fraterni e di collaborazione».
«Noi non dobbiamo convertire nessuno – ha detto ancora il Vescovo - il nostro volto di Chiesa deve tradursi nelle testimonianze che rappresentano il volto di un Dio unico, per camminare tutti insieme per la verità e la pace». «Tutti gli essere umani sono uguali – ha spiegato l’Imam - dobbiamo andare oltre gli aspetti che ci separano e così trasmettere i valori ai nostri figli. È la libertà uno dei valori essenziali, perché non è giusto obbligare qualcuno a fare ciò che non vuole». In platea c’erano anche le donne musulmane che hanno partecipato al progetto “Nuovi Italiani” ma anche i giovani del centro “Voci dal Mediterraneo”, i volti di una seconda generazione di musulmani che a Mazara del Vallo convivono pacificamente con i cristiani. «I nostri progetti sono le testimonianze vive di uno stare assieme senza barriere di religione» ha detto la presidente della Fondazione, Vilma Angileri.
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