MARSALA. Michele Angelo Licata, 53 anni, imprenditore alberghiero, processato con rito abbreviato per una maxi-evasione fiscale, per truffa allo Stato e malversazione, è stato condannato dal gup di Marsala Riccardo Alcamo a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione.
Il pubblico ministero Antonella Trainito aveva chiesto 6 anni e mezzo. L'evasione fiscale (Iva e tasse non pagate tra il 2006 e il 2013) è stata stimata da Procura e Guardia di finanza in circa 6/7 milioni di euro, mentre i finanziamenti pubblici per la realizzazione di alberghi e ristoranti indebitamente percepiti ammonterebbero a circa quattro milioni di euro.
All'imprenditore sono già stati sequestrati beni, società e liquidità per circa 130 milioni di euro. Sigilli sono stati apposti al ristorante «Delfino», l'albergo «Delfino Beach», l'agriturismo «La Volpara», tutti a Marsala; al ristorante-albergo-centro benessere «Baglio Basile», quest'ultimo nel vicino Comune di Petrosino. Ristoranti e alberghi proseguono la loro attività sotto amministrazione giudiziaria, che ha già versato all'Agenzia delle entrate cinque milioni di tasse evase (rimane da versare circa un milione e mezzo).
Nell'indagine delle Fiamme gialle sono rimaste coinvolte anche due figlie di Michele Licata, Clara Maria e Valentina, titolari di alcune società del gruppo e imputate in concorso con il padre, che hanno patteggiato la pena. La prima è stata condannata a 1 anno, 4 mesi e 10 giorni di reclusione, la seconda a 1 anno, 1 mese e 10 giorni.
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