TRAPANI- È un triste spettacolo quello che appare a quanti, in estate, dopo avere attraversato a piedi un tratto di mare di circa un chilometro, approdano sulla punta settentrionale dell'Isola Lunga per poi proseguire verso la cosiddetta ex «spiaggia Taithi».
Pur trattandosi, infatti, riserva naturale, e dunque (almeno sulla carta) tutelata sotto il profilo ambientale, la zona compresa tra la punta nord dell' isola e la spiaggia ormai completamente ricoperta di alghe e cosparsa di rifiuti di vario genere (bottiglie di plastica.) - offre al visitatore un panorama fatto di recinzioni metalliche arrugginite crollate a terra, testimonianze di archeologia industriale abbandonate (attrezzature un tempo utilizzate nelle saline e negli impianti di pescicoltura) e persino vere e proprie discariche.
DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI TRAPANI DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia