TRAPANI. C'è anche, inevitabilmente, uno scontro tra legali nell' indagine condotta da carabinieri e Procura per far luce nel giallo del turista toscano (il 43enne versiliese Fabio Maccheroni) trovato morto, martedì mattina, nel b&b "Orchidea". Con lui, privo, di sensi, ma ancora vivo, il 36enne compagno di viaggio Alessio Menicucci, agente di commercio, di Cascina (Pisa).
Indagati, per omicidio colposo, sono la 54enne Benedetta Serafico, titolare della struttura ricetti va, i suoi anziani genitori, Antonino Serafico, di 92 anni, e Tuzza Augugliaro, di 76, che sono i proprietari dell' immobile di via della Luce 8, e il gestore dell' attiguo panificio, Bartolomeo Altese, di 35 anni. A difendere i primi tre è l' avvocato Giuseppe Rando, mentre legale di Altese è Donatella Buscaino.
L' ipotesi privilegiata dagli inquirenti, o comunque quella che al momento appare più accreditata, è che a provocare l' intossicazione dei due turisti sia stato del monossido di carbonio che in qualche modo è fuoriuscito dalla canna fumaria del panificio per poi invadere, con tragiche conseguenze, la stanza al terzo piano del B&B della Serafico. In questo caso, la responsabilità, almeno in teoria, ricadrebbe sul panificatore. Ma prima di arrivare a tale conclusione bisogna attendere l' esito dell' autopsia effettuata, giovedì scorso, dal professor Paolo Procaccianti, dell' Istituto di Medicina legale di Palermo.
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