CASTELVETRANO. Legambiente Sicilia e il circolo Crimiso di Castelvetrano sono preoccupati per la decisione assunta due giorni fa della giunta regionale di autorizzare i Comuni trapanesi, dell'Agrigentino e di alcune aree del Palermitano al «deposito preliminare e transitorio di circa duemila tonnellate presso il Polo tecnologico integrato di contrada Airone, a Castelvetrano».
«I motivi di allarme sono molti - dichiara Giuseppe Salluzzo, presidente del circolo Legambiente Crimiso di Castelvetrano -. Intanto, l'area dell'impianto è limitrofa all'invaso del fiume Modione, che per alcuni chilometri attraversa campi con uliveti e sfocia a mare, all'interno del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa. Inoltre, il deposito è a rischio diossina, considerato l'incendio che qualche giorno fa ha interessato l'impianto».
Salluzzo evidenzia anche che «il Comune di Castelvetrano è proprietario dei pozzi comunali dell'acqua potabile da distribuire ai cittadini fruitori del servizio acquedotto e a poche centinaia di metri in contrada Airone Staglio si trova l'impianto »ex bottino Clemente« dove vengono raccolte tutte le acque emunte dai pozzi comunali e rilanciate ai serbatoi generali della città». Le stesse preoccupazioni di Legambiente già ieri erano state espresse da alcuni movimenti politici castelvetranesi e da molti cittadini.
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