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Mafia a Marsala, confermata confisca da 15 milioni per i familiari dell'imprenditore Miceli

MARSALA. La Cassazione ha confermato, rendendola definitiva, la confisca di beni per 15 milioni di euro ai familiari del defunto imprenditore marsalese del settore trasporto merci su gomma Ignazio Miceli. Sorvegliato speciale, le inchieste della Dda hanno collocato Miceli, classe 1945, all'interno della famiglia mafiosa di Marsala. Anche se non è stato condannato per 416 bis. Nel 2003, Miceli fu arrestato nell'ambito dell'indagine «Peronospera».

A metterlo nei guai con la giustizia furono intercettazioni ambientali e telefoniche, nonchè le dichiarazioni del pentito Mariano Concetto, ex vigile urbano e «uomo d'onore» della «famiglia» di Marsala.

In primo grado, Ignazio Miceli venne condannato a sei anni e otto mesi di carcere, ma in appello (marzo 2008) fu assolto e i pm della Dda non fecero ricorso. Nel frattempo, però, la Direzione investigativa antimafia aveva avviato a suo carico il procedimento per il sequestro di terreni, autocarri (53 mezzi), società di capitali e conti correnti. I beni passarono ai familiari dopo la morte dell'imprenditore, avvenuta, per una grave malattia, il 28 gennaio 2010.

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