TRAPANI. A Trapani le donne non possono più interrompere la gravidanza dopo i 90 giorni. Infatti, l'unico medico non obiettore di coscienza in servizio all'ospedale Sant'Antonio Abate è andato in pensione e quindi non è più possibile rivolgersi ai medici del nosocomio trapanese. I 6 medici in servizio al Sant'Antonio infatti sono tutti obiettori di coscienza. Da qui l' allarme lanciato da Cgil e Uil con un documento a firma congiunta di Antonella Granello ed Antonella Parisi, le quali mettono in evidenza il fatto che «non viene più garantito a Trapani il diritto all' interruzione volontaria della gravidanza». Di conseguenza le rappresentanti dei due sindacati hanno chiesto un urgente incontro al direttore generale dell' Azienda sanitaria provinciale Fabrizio De Nicola per aprire un confronto sull' interruzione volontaria della gravidanza, sul potenziamento dei consultori e su come si stia garantendo alle donne l' ecografia morfologica. L'azienda, appena ha avuto comunicata la libera scelta della dirigente medico, fermo restando che l'Asp continua a garantire il servizio presso l'ospedale di Castelvetrano, si è mossa subito per dare continuità al servizio». Lo dice il direttore sanitario dell'Asp di Trapani, Antonio Siracusa. «La prossima settimana - aggiunge - incontrerà il medico non obiettore del nosocomio di Castelvetrano, per stabilire modalità e funzioni per garantire questo servizio fin da subito anche presso il S. Antonio Abate di Trapani». DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI TRAPANI DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE