TRAPANI. «Le microplastiche presenti nelle acque marine (frammenti originati dalla degradazione naturale delle plastiche) entrano nella catena alimentare e rappresentano un pericolo subdolo». Lo ha detto il professor Antonio Mazzola, Ordinario di Ecologia al Dipartimento Scienza della terra e del mare dell'Università di Palermo, intervenendo oggi a bordo della nave scuola della Marina Militare «Amerigo Vespucci», ormeggiata al porto di Trapani.
Per lo studioso, i dati forniti da «Mare Vivo» - secondo cui dei 280 milioni di tonnellate di plastica prodotti ogni anno nel mondo, il 10% finisce in mare - «sono per difetto», perchè «i satelliti non riescono a fornirci una fotografia nitida». Le microplastiche, ha aggiunto il professor Mazzola, «fungono da vettore di microrganismi alieni» e «attraggono metalli pesanti», «intaccando la biodiversità».
«Nelle nostre tavole possono arrivare consumando prodotti ttici, - ha osservato - in particolare attraverso i mitili (le comuni cozze): ogni singolo esemplare filtra ogni giorno circa 70 litri di acqua, intrappolando all'interno parte delle microplastiche aspirate».
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