Trapani

Venerdì 22 Novembre 2024

Carabiniere ucciso, allestita la camera ardente nella chiesa di Marsala: domani i funerali

PALERMO. Sarà allestita questa sera, nella chiesa dei salesiani di Marsala, la camera ardente in onore del maresciallo capo Silvio Mirarchi, ucciso tre giorni fa a Marsala durante un'operazione antidroga. Domani alle 11, saranno celebrate in forma solenne le esequie del militare. I funerali si terranno nella Chiesa Madre di Marsala, alla presenza del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, il generale di corpo d'armata Tullio Del Sette. Proseguono intanto le indagini su quanto accaduto al maresciallo dei carabinieri, ferito con colpi di pistola al rene e all'aorta durante un servizio antidroga e morto in ospedale a Palermo. Al momento, il primo risultato delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm di Marsala, Anna Cecilia Sessa, è stato il ritrovamento di due serre con seimila piante di marijuana (che avrebbero fruttato 4 milioni di euro) e l'arresto di un cinquantaquattrenne di Partinico, Francesco D'Arrigo, proprietario o gestore delle serre. Il maresciallo, originario di Catanzaro, lascia la moglie Antonella, 50 anni, maestra elementare di Marsala, e due figli: Debora, 23 anni, neuropsicologa che vive a Chieti, e Valerio, 18 anni, che a Marsala frequenta il quarto anno del liceo classico Giovanni XXIII. Mirarchi era originario di Catanzaro, dove vivono ancora i familiari. Ieri la madre e i fratelli sono arrivati in Sicilia, mentre a Milano il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel Settantesimo della Repubblica, ricordando il maresciallo assassinato ha detto: «in questo giorno versiamo una lacrima per chi, anche col sacrificio della propria vita, serve la patria». Intanto, si fa strada l'ipotesi che a sparare siano state delle persone a guardia delle coltivazioni di marijuana, come era accaduto un paio di settimane fa, quando due romeni erano stati colpiti da fucilate in una zona tra Marsala e Mazara del Vallo dai custodi di una piantagione di canapa indiana. Uno di loro, ferito, era riuscito a fuggire. Dell'altro, invece, si sono perse le tracce. Qualche giorno dopo un cadavere carbonizzato è stato trovato a circa un chilometro di distanza e non ha ancora un'identità: i carabinieri stanno indagando, anche con accertamenti del Ris e l'impiego di cani «molecolari» della polizia, per stabilire se il cadavere è quello del romeno scomparso. Invertendo i ruoli nella vicenda dei due romeni, non si esclude un'altra ipotesi, e cioè che a sparare ai due carabinieri in borghese, scambiandoli per i gestori delle serre, siano stati i ladri durante un furto di piante.

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