TRAPANI. Coinvolto nell'inchiesta su una presunta truffa sui buoni benzina peri rifornimenti alle auto della polizia municipale aveva patteggiato la pena a due anni di reclusione ed era stato licenziato dal sindaco Nicola Coppola. Ora per Salvatore Lannino, 65 anni, ex vigile urbano, è arrivatala condanna della Corte dei conti: la Sezione giurisdizionale (sentenza 331/2016) lo ha riconosciuto responsabile del danno erariale causato all'amministrazione intimandogli di versare la somma di 9.163 euro, maggiorata della rivalutazione monetaria e degli interessi legali.
Nell'atto di citazione in pm contabile gli aveva contestato un presunto danno erariale di 17 mila euro per gli anni 2011-2012. Ma il collegio giudicante ha riconosciuto soltanto i maggiori importi per il rifornimento di carburante subito dal Comune tra gennaio e dicembre del 2012, periodo nel quale era stato quantificato un consumo irregolare di 5.202,68 litri di carburante.
Lannino era finito nel mirino degli investigatori dopo che erano emerse dati sospetti nei consumi di carburante delle auto in dotazione alla polizia municipale. In particolare era stato evidenziato per il 2012 un consumo medio 4,04 chilometri/ litro rispetto agli 11,39 chilometri/litro dell' anno successivo. Per quantificare la differenza media, però, erano stati presi in considerazione i dati del 2010, con una media di 8,25 chilometri/litro. Era stato così accertato che il vigile urbano, in concorso con l' impiegato di un distributore di benzina della città, utilizzando la carta prepagata in dotazione al comando aveva incassato quasi 10 mila euro, anche se in fase di interrogatorio aveva ammesso solo l'appropriazione di 2.450 euro. Rinviato a giudizio con l' accusa di peculato continuato, nel 2013 aveva patteggiato davanti al Tribunale di Trapani la pena a due anni di reclusione. Ma gli era stata inflitta anche la misura cautelare personale interdittiva della "sospensione dall' esercizio delle funzioni di pubblico ufficiale presso la polizia municipale".
Divenuta irrevocabile la pena l' 8 gennaio del 2014, il Comune ne aveva disposto il licenziamento (provvedimento impugnato l' anno successivo davanti al giudice del lavoro) insieme a due funzionari dell' Ufficio tecnico coinvolti nell'inchiesta antimafia "Tempesta": l' ingegnere Antonino Palmeri e l' architetto Vincenzo Bonventre. Nell'inchiesta era stato coinvolto anche Lannino, destinatario di uno dei sette avvisi di garanzia emessi dalla procura di Trapani.
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