MARSALA. "Il fatto non costituisce reato". Con questa motivazione, il giudice monocratico Sara Quittino ha assolto un imprenditore marsalese, Michele Renda, di 66 anni, dall'accusa di tentata estorsione in danno di un dipendente licenziato. A difendere l'imputato sono stati gli avvocati Alessandro Casano e Davide Ancona.
I fatti contestati erano relativi al periodo compreso tra l'ottobre 2008 e l'ottobre 2009. Secondo l'accusa, l'imprenditore, titolare della "Metalmeccanica Renda srl", avrebbe minacciato un dipendente licenziato di farlo "cacciare di casa", insieme alla moglie dal proprietario dell'appartamento in cui viveva se avesse impugnato il licenziamento davanti al giudice del lavoro. L'appartamento è di proprietà dell'imprenditore del settore distillazione Giuseppe Bianchi che, a quanto pare, l'aveva concesso a Guccio in comodato per "intercessione" di Renda. Nel processo, sono stati perciò ascoltati Bianchi e alcuni dipendenti della sua azienda (Gedis).
DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia