MARSALA. Per l’infermiere marsalese Maurizio Spanò, 52 anni, che martedì scorso è stato posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale (avrebbe abusato, in uno studio medico privato del centro cittadino, di pazienti anestetizzati per essere sottoposti ad accertamenti diagnostici piuttosto dolorosi), ai provvedimenti della magistratura si affiancano, adesso, anche quelli dell’Azienda sanitaria provinciale, di cui è dipendente. Spanò, infatti, è infermiere professionale all’ospedale «Paolo Borsellino» di Marsala. È «ferrista» nell’equipe del complesso operatorio. Nello studio medico privato dove avrebbe commesso, secondo l’accusa, gli abusi sessuali su ignare pazienti, coadiuvava il medico (risultato all’oscuro di tutto) nel tempo libero. Adesso, il provvedimento restrittivo cui è stato sottoposto («domiciliari» con braccialetto elettronico) ha fatto scattare anche un provvedimento amministrativo da parte dell’Asp, che ieri ha comunicato di aver sospeso dal servizio l’infermiere arrestato a far data già da mercoledì scorso. Anche perché, per l’impossibilità di uscire da casa, non potrebbe certo recarsi al lavoro in ospedale. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE