TRAPANI. Totò Cuffaro è arrivato puntuale, ieri pomeriggio, al Palazzo di giustizia di Trapani, dove lo attendevano i giudici della Sezione misure di prevenzione, per la deposizione, come teste della difesa, nell’ambito del procedimento a carico dell’ex deputato regionale democristiano Giuseppe Giammarinaro. Si è concesso ai cronisti prima e dopo la testimonianza. «La politica fa ormai parte del mio passato. E’ un capitolo definitivamente chiuso. Lo giuro. Oggi sono a Trapani, come semplice cittadino, per compiere il mio dovere di testimone». La deposizione è andata avanti per quasi due ore, ma il punto cruciale - la sua conoscenza con il pentito calabrese Marcello Fondacaro - è stato affrontato e chiuso con poche battute: «Non lo conosco, credo di non averlo mai incontrato; con la mia memoria di ferro me ne ricorderei». Fondacaro, interessato ad aprire, negli anni Novanta, un laboratorio di analisi a Mazara del Vallo, avrebbe riferito ai magistrati che fu (anche) Cuffaro ad indicargli Giammarinaro come colui il quale aveva nelle sue mani le redini della sanità trapanese. Il resto della deposizione ha riguardato (su sollecitazione del pm Andrea Tarondo) i rapporti politici e di amicizia intercorsi tra il teste e l’imputato. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE